lunedì 25 febbraio 2013

Doping agli indici di occupazione?

Sono in cerca di lavoro, e come tutti, incappo nelle offerte di impiego di società multilevel.

Quindi diviene ovvio porsi la domanda: quanto sono realistici gli indici di disoccupazione in Italia?

Questo aspetto, considerato un vanto del nostro paese rispetto situazioni ben più disastrate quali Grecia e Spagna, mi pone molti dubbi, forse per mancanza di conoscenze in materia.
In Spagna/Grecia la disoccupazione viaggia intorno al 25% - 30%, mentre in Italia viene stimata intorno al 11-12%.
Non so se in Spagna e Grecia esistano problemi quali false partite iva, o società multilevel.
Cos'è una società multilevel? per molti è uno schema piramidale di marketing, ove i prodotti vengono scambiati dalla cima verso il basso aumentandone il prezzo, e facendo rientrare l'acquirente nello schema di vendita.
La resa del piano sovrastante è garantita dal piano sottostante, oltre che aumentare in funzione del livello della piramide in cui ci si trova.
Lo schema funziona fintanto che si trovano sempre nuovi elementi da inserire nello schema alla base della piramide, garantendo finanziamenti verso la punta della piramide.
Quello che si denota è una confusione fra il lavoratore e l'acquirente del bene o servizio.
Per altri invece le società multilevel sono forme legalizzate che rappresentano il futuro dell'economia.
Il Multi-Level Marketing definito anche come MLM, Network Marketing o Marketing Multilivello è un metodo di distribuzione di prodotti e servizi che ha la finalità di permettere a chiunque di diventare un distributore e di creare una rete di distributori senza consistenti investimenti in denaro.L'individuo che collabora con un'azienda che distribuisce i suoi prodotti attraverso un sistema di Network Marketing è da considerarsi un imprenditore indipendente. Come tale, non è normalmente subordinato da obblighi di fatturato né da soglie massime di reddito.

Veniamo quindi alle mie esperienze, evitando di citare le aziende che vi si cenalo.
Mediatore finanziario
In questo caso la proposta di lavoro prevede l'offerta di un impiego come mediatore fra il privato e la banca, al fine di favorire qualsiasi rapporto economico fra il singolo cittadino e l'azienda.
Il mediatore finanziario gestisce così gli investimenti in borsa, i mutui, i bonifici, ... fatti dal privato verso la banca, e guadagna dalla movimentazione di flussi di denaro.
La quantità di denaro mossa viene chiamata portafoglio.
Per ogni movimentazione il guadagno è in genere intorno all'1%, ma in molti casi si offre ai neo-assunti un guadagno del tre per mille.
E' bene notare alcuni aspetti: guadagno del mediatore; rischio del mediatore.
Tralascio la valutazione del rischio del mediatore.
Il mediatore finanziario è di fatto un privato, che si paga iva, irpef ed altre tasse con il guadagno di commissione dato dalla banca (si vedano le spiegazioni date per l'agente immobiliare).
Cl significa che se in un dato mese non riesce a far muovere il denaro ai suoi clienti privati, non riceve alcun stipendio.
In media per avere un flusso di cassa che gli garantisca commissioni al mese per 500 euro, deve gestire un portafoglio di 2 milioni di euro fatto di mutui, bonifici, investimenti azionari, ecc...
A questi 500 euro/mese in media vanno sottratte le tasse - contributi.
In questo modo la banca ha comunque una serie di investimenti, ma paga (pochissimo) chi svolge questo lavoro solo se riescono a convincere i privati ad investire o muovere il denaro per transazioni.
Si capisce da subito che non tutti sono predisposti a svolgere un tale lavoro, infatti non tutti hanno conoscenze tali per costruirsi in fretta un tale rendimento (si pensi ad un giovane che conosce giovani senza il becco di un quattrino o un giovane che conosce svariati individui che lavorando in agenzie immobiliari è a stretto contatto con chi cerca mutui per comprarsi la casa).
Da ciò si capisce che molti provano la strada del mediatore bancario, spesso utilizzando parenti ed amici per costruire i loro primi portafogli, ma dopo 1-3 anni smettono, cercando un'altro impiego.
Certo la banca continua ad esistere, semplicemente promuovendo una nuova campagna di ricerca di mediatori bancari da assumere con partita iva (in genere falsa p.iva).
Ai mediatori bancari nei primi colloqui per l'inserimento al lavoro viene richiesto di stilare una lista di possibili investitori / clienti.
In questa lista finiscono parenti, amici, genitori... persone vicine disponibili a sostenere il disoccupato.
Quando il ragazzo abbandona il lavoro i soldi investiti in genere restano, mentre al cliente semplicemente si offre un altro mediatore bancario.

Apparentemente il ragazzo risulta come occupato, a lavoro come imprenditore con partita iva... di fatto non è detto abbia uno stipendio, benchè magari sia costretto ad orari di lavoro da impiegato o lavoro costante sul territorio per la banca, magari investendo proprio capitale.
All'atto pratico nell'indice di disoccupazione il giovane risulta occupato, e la statistica risulta più benevola.
E' difficile calcolare quanto varierebbe la stima dell'indice di disoccupazione se considerassimo anche questi pseudo-occupati come futuri disoccupati o disoccupati di fatto vista la scarsità di denaro che ricavano ogni mese come guadagno.

Si notano due punti:
1) la lista, un fattore comune in cui al neo-lavoratore gli si suggerisce di utilizzare i conoscenti come clienti, confondendo il ruolo fra lavoro e consumatore di beni o servizi
2) il fattore ignoto da stimare è quale portafoglio si può costruire la banca nel territorio.
Pur avendo mezzo per stime di settore ben accurate, la banca lascia i rischi della stima del flusso di denaro che se ne può ricavare al singolo mediatore finanziario, il quale avrà tutto interesse a piazzare il più possibile per portare il proprio guadagno a livelli accettabili.
Mentre il singolo mediatore finanziario non ha la minima idea di quale sia la disponibilità di mercato nel territorio (quanti altri mediatori, quanti investitori, quale percentuali di investimento mensile si hanno nella popolazione, ...), motivo per cui è quasi del tutto ovvio che offra parenti ed amici al gioco economico.
Chi inizia un tale lavoro e non cresce esce lasciando i conoscenti ai mediatori colleghi che restano, sviluppando così un pseudo-schema piramidale, che tuttavia si infrange contro la crisi economica.
Infatti la crisi che porta i privati a disinvestire in borsa, principale fonte di reddito dei portafogli finanziari, riduce il portafoglio e le rendite, lasciando in panne anche i più navigati.
Chi esce subito dopo 1-3 anni, pur avendo lavorato come impiegato dipendente, nell'ipotesi che potesse svolgere l'attività per più istituti bancari (non si verifica quasi mai), ha solo perso tot anni di lavoro, trovandosi ben presto a dover cercare un lavoro.

Formazione dei commerciali
Lo schema funziona a due imprese, una che progetta e realizza impianti fotovoltaici, l'altra che forma i consulenti che procurino commesse all'impresa che progetta e costruisce.
In questo caso al disoccupato in cerca di lavoro vengono offerti corsi di formazione nel campo delle energie rinnovabili, di cui alcuni gratuiti ed i successivi a pagamento.
I corsi con gradi sempre maggiori e costi sempre maggiori istruiscono sempre più nell'ambito delle energie e danno sempre maggiori conoscenze utili per la vendita dei prodotti.
I singoli lavoratori possono invece sviluppare tre attività, valevoli per una serie di crediti convertibili in corsi gratuiti o pagamento in denaro di commissioni:
1) vendita di impianti, passando la progettazione ed il contratto alla società partner;
2) acquisizione di nuovi disoccupati interessati ai corsi / lavoro commerciale;
3) attività di insegnamento nei corsi stessi (qualora si scalino le vette della piramide commerciale).

I crediti offerti per chi procura un impianto fotovoltaico da 3Kv corrispondono a circa il 3% del valore dell'investimento (circa 300-500 euro).
Anche in questo caso è evidente che il lavoratore, con partita iva deve vendere vari impianti ogni mese per guadagnare uno stipendio decente, ed il fattore ignoto, ovvero la disponibilità di investitori sul territorio, così come i costi per girare in macchina fra clienti sono tutti a carico del singolo imprenditore (in realtà impiegato commerciale dell'azienda).
Vale anche in questo caso l'incitamento con un'apposita lista fatta stilare nei primi corsi gratuiti ove inserire tutti i parenti, genitori, amici possibili interessati ad un impianto.
Caratteristica esclusiva di alcune aziende è poi il "contratto di assunzione".
Con questo contratto che non prevede di certo l'assunzione, il lavoratore ancora sprovvisto di partita iva e la società di formazione partner dello studio di progettazione/realizzazione di impianti fotovoltaici si assumono degli impegni reciproci.
La società di formazione si impiega di garantire 2-3 corsi gratuiti di formazione base in management, e impianti fotovoltaici, oltre al colloquio, mentre il lavoratore si impegna andare dati e nominativi dell'impianto alla società, la quale li passerà alla partner, senza alcun compenso.
Infatti il compenso del 3% per impianto prima accennato rimane fermo fino alla stipula di tre contratti.
Raggiunto tale valore verranno decurtati i soldi necessari per i corsi gratuiti e pagato il restante di 3*3% di commissioni.
Dimostrata la capacità di lavorare, si viene quindi assunti come partita iva.
Nel caso in cui il lavoratore non riuscisse a portare un numero di contratti sufficiente a ripagare i costi dei corsi spacciati come gratuiti al colloquio, la SPA garantisce di non perseguire penalmente il lavoratore per il debito contratto.
Regole inquietanti...
Le cifre offerte dall'azienda confrontare con i valori di produzione di impianti dimostrano come la media si attesti intorno ad 1.5 impianti per procacciatore d'affari.
L'impresa partner è passata dal fallimento a guadagni milionari, se si considerano i circa 5000 procacciatori d'affari che hanno tentato questo schema come lavoro.

Anche in questo caso il lavoratore, qualora arrivasse anche ad aprire una partita iva come collaboratore fisso per la società di formazione legata all'azienda partner di progettazione/realizzazione, si troverebbe nella situazione in cui l'incertezza delle vendite ed i costi di presenza sul territorio (si pensi per esempio ad una campagna pubblicitaria) sono tutti a carico suo, e delle scarse commissioni da procacciatore offerte.
L'azienda partner guadagna milioni senza troppe preoccupazioni (se non ottiene commissioni da un procacciatore, le otterrà da un altro... e con qualche migliaio si hanno più chance) e l'azienda di formazione pseudo-gratuita garantisce denaro ai manager con il proporsi ai lavoratori, inseriti nel meccanismo di caccia ad altri lavoratori/procacciatori.
Si ha poi la totale confusione indotta fra il lavoratore e l'acquirente di beni o servizi.

All'atto pratico il lavoratore prima risulta come occupato sotto contratto, poi imprenditore sotto falsa partita iva.
Di fatto potrebbe non avere uno stipendio mensile ed esser costretto a pagare tasse e contributi di tasca propria.

Assicurazioni

Lo schema offerto da alcune società di agenti assicurativi nelle decine e decine di pagine di contratto è una forma di collaborazione a partita iva in cui si garantisce uno stipendio mensile di circa 1000 euro e circa 360 euro di bonus per ogni polizza.
Tuttavia lo stipendio fisso mensile viene dato se si procurano tre polizze al mese.
Mentre il bonus di 360 euro dati subito, vengono decurtati di 100 euro dallo stipendio mensile se chi ha firmato la polizza non paga le rate della stessa(100+100+60 euro in tre mesi).
Anche in questo caso l'agente assicurativo ha il compito di procurare contratti da passare a personale più esperto, fino al momento in cui non abbia ottenuto le necessarie abilitazioni con apposito esame.
Alcuni mezzi vengono offerti dall'ufficio dell'agenzia, mentre altri sono investiti dagli stessi procacciatori di polizze.
Si rende evidente il paradosso per cui un procacciatore se dovesse restituire 100 euro di bonus per 10 contratti, pur avendo diritto a 1000 euro mensili, non ne otterrebbe nessuno, essendo tutto decurtato, o peggio dovrebbe restituire denaro di tasca sua nel caso in cui non fosse riuscito a firmare tre polizze nel mese, pur avendo lavorato 8-10 ore al giorno per trovarne.

Il guadagno dei bonus del procacciatore di fatto non esiste e le somme di denaro offerte debbono restare sempre disponibili per essere restituite per contratto firmato, per mancanze di chi ha contratto le polizze.
Anche in questo caso, ai primi colloqui e nei periodi di formazione, gratuitamente offerta dalle aziende, viene suggerito di stilare una lista con genitori, parenti amici possibili clienti.
Il bene offerto dall'azienda è economico (polizze sulla vita, contributi pensionistici, ....) dopo il versamento ventennale di rate

Anche in questo caso si denotano le solite incognite sulla possibilità di piazzare prodotti a privati nel territorio, concorrenza, andamento del mercato...rischio tutto sul groppone del lavoratore a partita iva.
Quindi non stupisce che quasi tutti coloro che iniziano questa "carriera" dopo qualche mese o qualche anno smettano per l'impossibilità di reperire nuovi clienti, mentre l'agenzia assicurativa, dislocata sul territorio nazionale media i guadagni da migliaia di procacciatori.


Tutte queste società sono rinomate per assumere migliaia di persone ogni anno.


Lavoro aumentano le partite iva fra gli under 35
Mi viene ovvio pensare che vi sia un certo doping all'indice di occupazione / disoccupazione.







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