sabato 15 giugno 2013

L'ottimismo...

Crollo di un quarto delle vendite nel settore immobiliare (ingegneri.info), aspetto che contrasta con la necessità geopolitica dello Stato Italia di rinnovare tutto il suo patrimonio edilizio entro i prossimi 10-20 anni per ridurre i costi per le famiglie (costi per acquisto energia con un trand crescente in funzione di nuove crisi energetiche o rialzi del prezzo unitario dell'energia per KWh) e ridurre la dipendenza della nazione dalla produzione di energia all'estero o dall'importazione di materiali combustibili.

Quindi, se già immobili occupati o distrutti da inquilini menefreghisti, con canoni medi rendevano poco conveniente un pari investimento rispetto alle rendite finanziarie, illusorie promesse di interessi dal lavoro di aziende nazionali/internazionali e speculazioni come i subprime, il colpo di grazia viene dalla "povertà diffusa" che impedisce l'acquisto della prima casa dopo un periodo congruente di lavoro (all'estero si attesta ancora intorno ai 10 anni, qui in Italia difficile stimarlo se il salario minimo è in caduta libera verso lo zero).
La cosiddetta "generazione persa" (sottointeso di lavoratori) diviene anche una generazione di ingegneri ed architetti senza lavoro, con l'infarto del settore edile, un impoverimento della cultura architettonica e degli stili, l'impossibilità per gli ingegneri di stare al passo con le continue modifiche di legge/software e gli oneri relativi.
In effetti qualcosa di pericolosissimo per un paese che nella ricchezza delle sue arti, dei suoi stili artistici, anche architettonici, attrae turisti da tutto il mondo.


Al contrario delle rendite, i costi per la professione divengono sempre maggiori, tanto che il Centro Studi consiglio nazionale di Ingegneria stima 1700 euro circa per iniziare la professione (ingegneri.info).
La stima è palesemente al ribasso; anche tralasciando la spesa per la formazione universitaria, aggirabile facendo semplicemente il geometra (l'Italia ha sempre avuto una notevole confusione e sovrapposizione delle figure professionali con architetto, ingegnere edile, ingegnere civile e geometra, mentre nel resto del mondo esistono solo architetto ed ingegnere civile con compiti separati), circa duemila euro sono il costo per svolgere gli oneri di apertura di una partita iva per un professionista, senza considerare i costi per esercitare la professione: hardware, programmi CAD, programmi per eseguire rendering fotorealistici, programmi per calcoli strutturali (FEM), software di gestione o office (in questo caso esistono prodotti free).
Già solo con questi esempi il costo lievita da varie migliaia di euro a decine di migliaia di euro (si pensi all'uso di tecnologie BIM integrate come il software Graitec Advance).
I nuovi oneri contemplano corsi di formazione continua, a pagamento per chi vi partecipa (si pensi ai corsi Casa Clima per 900 euro) che invece di includere chi non riesce a stare al passo, emargina gli studi piccoli o le piccole società creando non pochi problemi sociali, contemplano l'assicurazione professionale (una delle tecniche più note per rifinanziare gli istituti di credito creatori di bilanci positivi dai debiti con i subprime, principali responsabili dell'odierna bolla speculativa), ed i nuovi software per la verifica della correttezza dei calcoli agli elementi finiti (per qualche misterioso motivo a carico del progettista, così come previsto dalle prime discussioni sulle nuove NTC avvenute nel 2012) .
Inoltre si consideri che  la formazione continua del progettista non è una garanzia di trovar maggior lavoro, specie se per esempio ancor oggi imprese fantasma di pittori fanno interventi di costruzione di cappotti (con svariati difetti) senza nemmeno contattare i progettisti o versare i titoli abilitativi al Comune (niente richiesta delle detrazioni irpef).
Gli immobili così mal "restaurati" vengono poi venduti ad ignari acquirenti (i pochi che ancor oggi hanno redditi tali da permettere l'acquisto di case) con il beneplacito di una figura di terze parti come l'agente immobiliare, il quale non ha competenze per valutare se sta pubblicizzando pane per pesci.
Quindi se i dati Inarsind mostrano come fino ai 40 anni il reddito medio rilevato si attesti intorno ai 1000 euro (ingegneri.info), viene meno anche il classico sistema di crescita dei giovani professionisti, i quali inizialmente venivano assunti in uno studio professionale con compiti minori (per esempio disegnatore CAD), potendosi pagare i costi sempre maggiori, acquisendo lavori sempre più importanti con oneri maggiori.
Da non dimenticare che il reddito valutato da Inarsind viene valutato sugli iscritti all'ordine, senza separare fra chi lavora nel settore pubblico od a partita iva e senza considerare che chiunque non riesca a lavorare con continuità come professionista appena possibile si cancella dall'ordine (al sud punte anche del 40% di laureati non iscritti).
Detto questo, la crisi porta gli studi professionali a non assumere, o peggio a "licenziare" le ultime partite iva coinvolte, togliendo così la possibilità di crescere a molti neo-laureati.
Infatti se collaborando con uno studio un neolaureato può ovviare all'onere dei software, in proprio deve comunque utilizzare tali programmi dimostrando di averne le licenze per presentare ufficialmente progetti.
Inoltre per avere una speranza di sopravvivenza deve riuscire a trattare un gettito di denaro, pur partendo da una situazione con minore esperienza e minori titoli con cui proporsi a concorsi pubblici o privati, ovvero minori possibilità di vincere i premi in denaro proposti.

Senza interventi il settore sta morendo, sopraffatto da una crisi che non ha generato.

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