domenica 2 febbraio 2014

White hat, gray hat, black hat

I SEO, acronimo di Search Engine Optimization, sono di fatto venditori esperti di posizionamento di siti web, tecniche di pubblicizzazione di negozi online sui motori di ricerca.
I SEM, acronimo di Search Engine Marketing, sono del tutto analoghi ai SEO, ma indicano la capacità del venditore di pubblicizzare e vendere prodotti aziendali nel web attirando nuovi flussi di clienti, o valutarne l'efficacia prima della messa in produzione.

SEO e SEM, sono figure professionali sorte relativamente di recente, grazie all'esplosione del web, su cui stanno puntando organismi come Unimpresa e varie aziende.

Qualsiasi contributo che porti lavoro ad un'impresa è tendenzialmente ben accetto, specie laddove si sommino nuove fonti di vendita alle preesistenti, in genere costituite dal passaparola fra clienti ed i loro amici.
Il brand SEO, derivante da una serie di strumenti disponibili in rete ed intuizioni sul comportamento di internet o degli internauti, è in fase di sviluppo, ma senza una vera e propria trattazione scientifica od universitaria.
Al momento si passa dal sapiente uso di strumenti come Adwords e Google Trand, alle gare di posizionamento di parole inesistenti nei motori di ricerca, dall'uso di tecniche di relink e parole chiave, a figure professionali pagate solo per stare davanti un computer a controllare che determinati termini siano posizionati fra i primi in un certo numero di motori di ricerca (quest'ultima lascia allibito anche me).
Per questo chi si presenta come conoscitore di tecniche SEO può essere qualcuno con alle spalle varie esperienze di posizionamento d'aziende nel web, come anche un novizio che ha seguito uno dei tanti corsi da 100 euro offerti online in schemi piramidali di network marketing che popolano la materia.



Una classificazione alquanto curiosa dell'esperto in SEO è la descrizione della sua attività con un cappello: cappello bianco (white hat); cappello grigio (gray hat); cappello nero (black hat).
Il colore del cappello dal bianco al nero indica il grado di sporcatura del SEO nell'utilizzare tecniche scorrette, che possono andare dal semplice fare pubblicità negativa di un prodotto concorrente, fino all'utilizzare veri e propri schemi di spam, dall'uso di strumenti legali/illegali nel web, alla pubblicizzazione di schemi ponzi con sfruttamento del network marketing che premiano proprio il venditore SEO quasi in cima alla piramide.
La classificazione per cappelli non è nuova, deriva dal mondo degli hacker, benchè sia improprio accostare questi due figure del web.
Il conoscitore di SEO e SEM cerca di vendere un prodotto, mentre un hacker tendenzialmente vorrebbe un web con conoscenze gratuite.
I primi esaltano la propria figura professionale, sostengono quelle forme di anagrafe degli internauti della rete che vanno sotto il nome di social network, il secondo preferisce l'anonimato in rete per avere maggiore libertà di azione, pensiero e parola.
I primi cercano di realizzare pagine html ben posizionate per adescare clienti, i secondi spesso usano linguaggi e tecniche per risultare invisibili nella rete.

In realtà oltre a queste figure esperte dell'universo internet, si deve aggiungere un altro conoscitore della rete, i cui intenti differiscono dai precedenti: il giornalista SEO.
Indico questa figura con il termine giornalista, solo perchè tende a raccogliere informazioni come azione prioritaria.
Il "giornalista SEO" è una figura capace di sfruttare conoscenze SEO per accedere alle informazioni più preziose celate nei meandri della galassia internet, dove i motori di ricerca con una database capace di descrivere una rete possono essere paragonati ad un sistema di teletrasporto da un pianeta (sito web) all'altro.
Le informazioni in internet spesso sono invisibili, disomogenee, difficilmente raggiungibili, ed in molti casi rare e preziose.
Per esempio video rari e di notevole importanza possono essere pubblicati in siti fra i più conosciuti, come youtube, ma essendo diluiti fra milioni di video simili risultano celati ai più, quasi nascosti.
Il motore di ricerca in molti casi ha il link a tali informazioni, ma viene richiamato solo con determinate parole chiave, ed appare fra milioni d'altri risultati.
 
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I database sono un'altra ricchezza di internet, possono essere scoperti o costruiti, per archiviarvi informazioni utili per il giornalista SEO, od anche per l'azienda.

L'informazione in senso generico è quell'insieme di conoscenze che permettono di non compiere errori di vario genere, permettono di valutare in modo completo una risorsa e di prevedere il futuro in modo corretto.
Avere informazioni esclusive può distinguere un'azienda rispetto le concorrenti, un po' come la lotta per i brevetti.
Purtroppo in Italia si sottovaluta questo aspetto, preferendo più un sistema a mercato perfetto con aziende ON-OFF (apri e chiudi), che non valorizzano la capacità di crescita con acquisizione di informazioni e ricerca, o con diversificazione dell'attività e dei proventi.

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