mercoledì 18 dicembre 2013

Chi paga per la demenzialità e la superficialità?


Ammettiamo che fra i 18 ed i 40 anni un giovane inizi a lavorare, percependo in modo continuativo uno stipendio, con una delle tante formule di lavoro o di rendita presenti in Italia.
Chi inizia a lavorare dai 18 anni fa statistica per i 22 anni successivi, specie laddove abbia un contratto di lavoro a tempo indeterminato.
Una volta, 10 anni di stipendio bastavano per contrarre un mutuo od anche per comprare direttamente una casa.
Tale situazione permane in genere in Europa, dove con stipendi o flussi di cassa mensili netti al minimo di 1600 euro l'anno, si riesce ancora ad acquistare un bene di basso consumo come l'immobile così fondamentale per ogni famiglia:10 anni * 12 mesi * 1600 euro = 192.000 euro che al netto di spese secondarie (alimentazione, tasse, vestiario, carburanti...) rendono giustizia alle ipotesi assunte.

Tuttavia è notizia di questi giorni che l'ISTAT rileva come dalla crisi del 2007 al 2012 (o più correttamente dalla prima crisi del 2007 e dalla seconda crisi del 2012) dovuta alla speculazione finanziaria dei derivati bancari e dei subprime, i lavoratori under 40 siano calati dagli 10.9 milioni ai 9.1 milioni.
L'istantanea dell'ISTAT certifica una perdita di 1.8 milioni di posti di lavoro, od altresì di stipendi per i consumi, di cui 450 mila autonomi (2.35 milioni ieri, 1.9 milioni oggi), per far notare che le maggiori perdite ci sono state nel campo industriale che provvedeva a contratti di lavoro dipendente e spesso indeterminato (ironia della sorte proprio nel 2012 si sosteneva che bisognava poter licenziare per richiamare investimenti in Italia).
L'istantanea non fotografa quali saranno le rendite, gli stipendi di questi nuovi disoccupati nei prossimi anni, o quanto abbiano accumulato negli anni pre crisi o di prima fase della crisi (2007-2012), tuttavia l'ipotesi peggiore è costituita dalla possibilità che questi lavoratori non trovino nessun altra fonte di reddito nel prossimo futuro.

Assumendo che una famiglia è in genere costituita da due persone, si può quindi immaginare che nei prossimi 10 anni 950.000 famiglie non compreranno o non costruiranno una casa, con una perdita notevole per il mercato immobiliare oltre che una riduzione delle rendite dell'IVA e tasse legate al mondo edile.
Queste persone, insultate in modo unanime dalla politica con l'appellativo di "Bamboccioni" non sono nè sfigati, nè "choosy", bensì sono un dramma per il mondo dell'edilizia che andrebbe valutato in modo più serio di quanto si fa e risolto in modo più veloce e concreto.
Analogamente si può notare come il rinnovo del patrimonio edilizio dal punto di vista energetico passa per lavori di ristrutturazione nell'immobile dove si vuole vivere od appena acquistato.
Anche in questo caso serve una congrua quantità di denaro per eseguire lavori di isolamento dell'immobile, messa a punto dell'impianto termoidraulico, costruzione di impianti fotovoltaici, ecc...
La mancanza di una ricchezza dovuta ad uno stipendio per le nuove famiglie di oggi o per le famiglie del domani potrebbe essere valutata in tonnellate di CO2 che l'Italia non ridurrà negli anni a venire, rimanendo legata ad un'economia povera e ferma al centro per l'impiego più vicino.
Per questo motivo varie iniziative garantiscono mutui con tassi agevolati per la ristrutturazione dell'immobile, pur essendoci delle detrazioni fiscali considerevoli, che ovviamente non valgono nulla se non c'è un'IRPEF, rendita o stipendio dove eseguire la detrazione relativamente ai vari interventi prima elencati.
Tuttavia agevolare la contrazione di mutui espone la società più debole  a quel mondo che è di fatto responsabile della crisi così come è dimostrato che non garantisca niente a chi sicuramente non potrà pagare le rate del mutuo, dato che non ha un lavoro a tempo indeterminato che offra un'uniformità di rendita nel tempo.
Inoltre è bene considerare che a parità di benessere e temperatura dei locali, molte delle spese sopra elencate comportano una riduzione della spesa per riscaldamento o raffrescamento, beneficio che avrebbe un'importanza maggiore per chi non ha un o stipendio fisso, piuttosto che per chi ha uno stipendio sicuro per gli anni a venire tale da permettergli di accedere ad un mutuo per pagare una ristrutturazione.

Ritengo sia stato e sia ancor oggi veramente stupido e superficiale chiamare taluni gruppi sociali con l'appellativo di bamboccioni.
Un termine più corretto con cui descrivere questo fenomeno in crescita è: "famiglie del futuro perse".

1 commento:

  1. I disoccupati sono arrivati a circa 7 milioni su 60 milioni di italiani e coloro che rientrano fra i poveri 9 milioni. Le tue considerazioni sono ben peggiori se estese alla totalità di clienti mancati ed indotto non sviluppato. L'idea che l'economia di un territorio sia ciclica è molto interessante.

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